Sono stati tre giorni di emozionati riflessioni. Un bellissimo congresso, ricco di pathos, ma altrettanto di contenuti, con la continua sensazione di essere parte della storia! Una delle esperienze più belle della mia vita!
Faccio seguire di seguito un resoconto sobrio e comprensibile dell’ultima gionata del Congresso federale tratto del Corriere della sera.
ROMA – Calato il sipario sull’ultimo congresso Ds che ha sancito l’adesione della Quercia al Pd, i riflettori si spengono anche all’assise-parallela della Margherita, nel felliniano studio 5 di Cinecittà a Roma. A chiudere la tre giorni di dibattito che traghetterà i Dl nel nuovo soggetto politico sono il presidente dei deputati dell’Ulivo Dario Franceschini, il presidente del Senato Franco Marini. Poi la replica finale di Francesco Rutelli.
FRANCESCHINI E IL PSE – Nel suo intervento Franceschini dice che la fase costituente del Pd dovrà «partire subito» e «senza prudenze» ed essere «aperta a tutti». Quanto alla collocazione europea, argomento di discussione con la Quercia, «non possiamo entrare nel Pse – scandisce Franceschini – semplicemente perché non siamo socialisti». «Costruiamo una casa nuova nella quale a nessuno verrà chiesto di dimenticare la propria storia. Io non rinuncio a Zaccagnini, ma ai Ds non possiamo chiedere di rinunciare alla loro storia». Quindi il passaggio dedicato alla leadership del Pd: «Dovremo essere una squadra in cui mettere da parte le ambizioni personali per far vincere tutti». Ma Franceschini sottolinea anche l’importanza del confronto fra le due anime del futuro Partito democratico. A cominciare dai temi etici. «Dobbiamo dialogare – ammonisce – poi decideremo insieme, certo, rispettando la libertà di coscienza che sia però un approdo finale dopo il confronto e mai una verità iniziale da sbattere in faccia all’altro». «Una coalizione può vivere solo di un programma di cose da fare, ma un partito deve avere valori condivisi», conclude.
MARINI – «Da domani ci chiameremo tutti democratici» è l’incipit della relazione di Franco Marini che «malgrado l’influenza che mi porto addosso» confessa «un salto di buon umore». «Sarà forse successo anche a voi, ma io, da venerdì, dopo il discorso di Fassino a Firenze, è venuto un positivo salto d’umore». E racconta come i tre giorni passati abbiano a suo avviso smentito i «giudizi critici feroci, duri, continui, diffusi» rivolti ai partiti da politologi, intellettuali, opinionisti negli ultimi mesi, alla vigilia dell’avvio della fase costituente del Pd. C’erano stati anche i sondaggi negativi, dice il presidente del Senato: «Abbiamo imparato a non trascurarli, ma anche che non sono tavole della legge e possono essere rovesciati con l’impegno e il lavoro». Insomma, la critica verso «i gruppi dirigenti dei partiti» che veniva anche da «dentro i partiti stessi» non è giustificata, secondo Marini. Anche quando punta in particolare alle primarie. E chiede «rispetto per le centinaia di migliaia di dirigenti di partito che hanno promosso e organizzato le primarie» anche in queste settimane, prima del turno amministrativo di fine maggio. E parlando della fusione con i Ds, spiega: «Noi ci uniamo con i Ds nel Partito democratico perché il comunismo organizzato è stato sconfitto dalla storia».
OVAZIONE PER FASSINO – Ad applaudirli anche il nuovo compagno di strada Piero Fassino , accolto da una vera ovazione della platea. «Sarà una giornata splendida che credo ci porterà fortuna» spiega Fassino arrivando al congresso dei Dl. «Stiamo per metterci in cammino – prosegue Fassino – per dare vita al più grande partito italiano». Un partito, conclude il leader ds, che «credo sia capace di rappresentare la domanda, le ansie e le aspettative di milioni di donne e di uomini».