Climate change conference

Dopo un’intera notte di negoziati a Bali, lo scorso 15 Dicembre, èstato finalmente raggiunto un accordo. Alla XIII Conferenza dell’Onu sui mutamenti climatici è stata trovata l’intesa dopo che gli Stati Uniti hanno ceduto alle pressioni dei Paesi più poveri.
La “roadmap” di Bali è stata approvata per consenso dai delegati dei 190 Paesi presenti, al termine di oltre 13 giorni di trattative serrate, uno in più di quelli previsti dall’organizzazione. Esausti ma felici i delegati sono giunti all’intesa al culmine di un drammatico testa-a-testa che ha visto gli Stati Uniti unirsi all’accordo solo all’ultimo minuto.
Il muro del no eretto dalla delegazione Usa ha retto solo 25 minuti. Ma era stato incrinato dal sì a Kyoto espresso da 700 città e 25 stati americani e dall’affondo di Gore che, con il Nobel ancora in valigia, si era precipitato a Bali per dire che la colpa dello stallo è della Casa Bianca, che la trattativa deve andare avanti, che bisogna lasciare un grande spazio bianco al posto degli Stati Uniti e che quello spazio sarà riempito tra due anni dal nuovo presidente.
Non c’è stato bisogno di lasciare quello spazio bianco. Fallita in sede tecnica, la trattativa è stata risolta quando sono entrati in campo, direttamente sollecitati dai ministri dell’Ambiente, i capi dei governi.
L’intesa prevede un percorso per negoziare un nuovo accordo sui mutamenti climatici che sostituisca in maniera più ambiziosa il Protocollo di Kyoto. Il ‘Kyoto 2’, che sarà negoziato nei prossimi due anni, sarà firmato a Copenaghen nel 2009. Il nuovo trattato avrà effetto a partire dalla fine del 2012.

….una bella notizia!!!

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