…il PD
Al di là del giudizio sull’uomo e su quello che potrà o non potrà fare ritengo che il PD a guida Zingaretti certifichi il superamento della vocazione maggioritaria del Pd ed il tentativo, sia chiaro, legittimo, di riscrivere il futuro della sinistra italiana su stilemi tradizionali e secondo categorie novecentesche.
Se così fosse, non sono interessato!
Non so se tale impostazione sia cosciente o sia semplicemente frutto dell’adattamento darwiniano del sistema alla nuova legge elettorale, ma certamente un PD che stranamente assomiglia sempre più al PDS non è la mia casa. Il Pd a trazione renziana era per i pochi/tanti che la pensano come chi scrive, estremamente intrigante e certamente attrattivo. Non certamente questo PD, che forse avrà il merito di ricucire la diaspora e le fratture a sinistra, ma certamente non è coinvolgente e potabile per i riformisti ed i moderati.
Urge la creazione di un soggetto che copra uno spazio politico esistente e oggi non adeguatamente rappresentato, che dia speranza di governo e non destini il centro sinistra ad un ruolo minoritario di autocommiserazione e marginale. Serve, insomma, la rappresentazione politica di istanze culturali, che abbiano obiettivi di governo e non solo di rappresentanza di porzioni di Paese, che provino ad incidere sulla storia… e non osservare, opponendosi, che la facoltà di incidere venga affidata ad altri.
Spero che i comitati civici “Ritorno al futuro” abbiano questa funzione. Ed è per questo che da civico non iscritto a nessun partito ho deciso di aderire a quello promosso a Guidonia dall’amico Ing. Antonio De Leo, qui il profilo fb ufficiale. Sono ora come allora convinto che l’unico leader con una visione che la mia generazione abbia prodotto al centro, a sinistra, come destra sia Matteo Renzi e che nelle sue mani scorrerà ancora molta della storia prossima dell’Italia.
Insomma il centro sinistra torna indietro… con più soggetti a costruire il campo riformista, ma non è detto necessariamente che sia un male, come non ritengo un male un’ulteriore spinta legislativa verso un proporzionale sempre più simile a quello tedesco… ma io sono un nostalgico! (qui da Wikipedia come funziona il sistema elettorale tedesco).
…l’Italia
Sul fatto che l’Italia sia in recessione, ormai nessuno prova più a sollevare dubbi. E che non si tratti solo di un fatto statistico, di una recessione “tecnica” (calo del Pil per due trimestri consecutivi) è purtroppo provato dai dati negativi sull’export e da quelli disastrosi sul prodotto industriale e sugli ordini.
Se la maggior parte dei cittadini non avverte ancora il problema è perché, proprio come nel 2007-2009, l’occupazione è uno degli ultimi anelli della catena di trasmissione della crisi. Prima che l’occupazione ne risenta in modo apprezzabile devono entrare in crisi la produzione, gli scambi, la borsa, il mercato dei titoli di Stato, e soprattutto il credito alle imprese, la cui stretta è la vera anticamera di fallimenti e licenziamenti.
L’anno 2019 non sarà affatto “bellissimo” (come avventatamente pronosticato dal premier Conte), non è solo perché Trump ha dichiarato guerra (commerciale) alla Cina e al resto del mondo, o perché l’Europa sta rallentando la sua crescita. No, se ci aspettano tempi difficili è anche, anzi soprattutto, per causa nostra.
Ma “nostra” di chi? La risposta non è facile e non è solo colpa del governo giallo – verde che però è VITTIMA delle promesse roboanti della scorsa campagna elettorale e ha la colpa di aver varato due provvedimenti assistenziali (Quota 100 e Reddito di cittadinanza), anziché concentrare tutte le risorse disponibili su misure capaci di stimolare l’economia, come investimenti pubblici e sgravi fiscali ai produttori.
Il DEF in discussione in questi giorni certifica questo arretramento e nasconde (…chiaramente dopo le elezioni europee!) tante brutte sorprese. Nel documento ci sono tagli all’università, ai pendolari, al sociale. “Ne vedremo delle… brutte nei prossimi mesi”
Ma è una risposta troppo facile, per tanti motivi.
Ma che cosa abbiamo fatto noi, nel quadriennio (relativamente) felice 2014-2017? Anziché procedere risolutamente verso il pareggio di bilancio, lo abbiamo rimandato di anno in anno, ogni volta chiedendo flessibilità e promettendo che “poi” avremmo provveduto. Così lo stock del debito è cresciuto, il rapporto debito/pil è rimasto sostanzialmente invariato, e la flessibilità strappata all’Europa (allora assai meno arcigna di oggi) è stata spesa in misura preponderante per acquisire consenso: bonus 80 euro per i lavoratori dipendenti, bonus ai diciottenni, bonus bebé, stanziamenti per l’accoglienza dei migranti.
Finché non avremo il coraggio di affrontare i problemi al di là del consenso (come fece il vituperato governo Monti!) a viso aperto, potremo anche crescere di qualche decimale in più o in meno a seconda di quanto lungimirante è chi ci governa, ma non eviteremo di restare quello che siamo diventati dalla metà degli anni ‘90: un paese che precipita quando gli altri cadono, e ristagna quando gli altri crescono.
…Guidonia Montecelio
E’ pessimo invece il passo di gambero che continua a fare la mia/nostra amata Guidonia Montecelio. Malgrado i tentativi dei nostri consiglieri di incalzare e di suggerire percorsi virtuosi all’amministrazione comunale, non ci sono segnali di vita o per lo meno di inversione di tendenza rispetto agli ultimi due anni. Il nulla pneumatico.
Sui temi caldi non si ottengono i risultati e sul resto la Città (ahimè!) vive il consueto stato di abbandono a cui siamo tristemente abituati. Il #cambiamento non c’è e semmai è un cambiamento in peggio.
Notizia di questi giorni che potrebbero essere chiusi i posti di polizia municipale delle frazioni e le stesse delegazioni… una scelta sbagliata e che impone ulteriore distanza fra Istituzioni e cittadini, una distanza che (…ironia della sorte!) viene ampliata da chi (pur più volte avvertito circa lo stato dell’arte) rincorre i problemi senza anticiparli e che ha come obiettivo finale della propria azione politica la “fantomatica” democrazia diretta.
Molte le questioni aperte, i tavoli emergenziali voluti dal Sindaco e mai chiusi, le crisi in atto. Fra tutte ho segnalato in questo post la questione grave della macchina amministrativa dell’Ente.
Vi segnalo, spigolature dai social, alcuni pensieri sparsi:
- Sui migranti come arma di distrazione di massa;
- Sulla custodia cautelare a Marcello De Vito, Presidente del consiglio comunale di Roma e fondatore 5Stelle;
- Sulla parentopoli grillina nelle Istituzioni;
- Sulla oscura vicenda del centro antiviolenza di Guidonia Montecelio;
- Sulla soluzione del Primo ministro Conte sulla TAV;
- Sulla pagina triste del Consiglio comunale sui problemi dei Servizi sociali;
Ad maiora… e con l’occasione a tutti e ciascuno BUONA PASQUA!