11 maggio: Rutelli sul Corriere della Sera

“Il terzo polo sarà decisivo. Nei ballottaggi ci schiereremo. Il terzo polo sta con la gente normale che è stanca del bipolarismo esasperato”. Il leader dell’Api definisce ”esaurito” il bipolarismo a soli 5 anni di distanza da quando sembrava ”consolidato e irreversibile” e stila la lista delle numerose città dove è possibile che alle prossime elezioni amministrative si vada al ballottaggio: Napoli, Milano, Torino e Bologna.

”La crisi del bipolarismo nasce dalla crisi dei due maggiori partiti – afferma Rutelli – . Berlusconi cerca di porvi rimedio con una versione farsesca del bipolarismo: urla e strepita, allontana i moderati che verranno da noi. C’è sempre un maggior disagio tra i suoi elettori”.

Per Rutelli, Berlusconi ”più fa propaganda urlata e meno governa”, come nel caso del decreto legge per lo sviluppo – aggiunge – che è solo un ”comunicato stampa”, neanche trasmesso al Quirinale per la firma. Il numero uno di Alleanza per l’Italia ipotizza che il terzo polo peserà nei ballottaggi e ”all’indomani del primo turno – dice Rutelli – ci riuniremo e decideremo caso per caso quale indicazione dare. Ci sarà libertà di scelta in situazioni molto limitate, anzi limitatissime, certo non in quei ballottaggi che hanno una valenza nazionale”. ”Noi entreremo in campo – conclude – e questo significa che i due poli non possono dare niente per scontato”.

“I due maggiori partiti, Pdl e Pd, non hanno saputo mantenere le promesse. Il primo, insieme alla Lega, avrebbe dovuto rappresentare un centrodestra moderno e liberale e invece ha preso la deriva di un plebiscitarismo e di un populismo personale: quello di Berlusconi. Il Pd doveva essere il partito del riformismo moderno, ma ha fallito e nel centrosinistra c`è il dominio delle ali estreme. Il Partito democratico è una nave esposta a tutte le tempeste degli ultras: al populismo di Nichi Vendola, al giustizialismo di Antonio Di Pietro, al qualunquismo di Beppe Grillo. E a proposito del Partito Democratico, vorrei dire un cosa II Pd prima o poi

dovrà decidere: non può pensare di tenere insieme noi, Vendola e Di Pietro. Il nostro polo è una forza autonoma che non può allearsi per il governo del Paese con Sel e Italia dei valori che non condividono una politica estera responsabile e sono sempre schierate con le forze sindacali più radicali”

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