Comune di Guidonia Montecelio – Bilancio 2011

Già detto così suona alquanto male.

La Giunta comunale (fra vari e diffusi maldipancia e fin troppo eloquenti assenze ndr) ha approvato il Bilancio di previsione 2011 e il pluriennale 2011 – 2014 con i vari documenti allegati prescritti dalla vigente normativa.

In via preliminare, prima di leggerlo per la votazione in Consigli,  faccio alcune considerazioni.

La prima: benché, in sede di Bilancio 2010,  l’Assessore Mazza avesse dichiarato di voler approvare il bilancio successivo (questo) entro il 31 dicembre 2010 come prescriverebbe la Legge, il Bilancio arriva tardi per la discussione e verosimilmente non potrà essere approvato prima della fine di giugno 2011 ossia con ben 7 mesi di ritardo, con tutto quello che ciò comporta ai fini della definizione delle politiche sul territorio.

La seconda: il tempo per la discussione in Commissione è esiguo e certamente non permetterà un’analisi approfondita e attenta per chi volesse, cittadino o consigliere, capire fra le righe quali sono le scelte per i cittadini e quali le forzature politiche. In Commissione LL.PP., poi, di cui faccio parte, il programma triennale delle opere pubbliche non è mai arrivato e, pertanto, i denari pubblici non si sa bene neanche dove e su cosa verranno investiti.

La terza: è il secondo bilancio della triste e inconcludente Giunta Rubeis, che non riesce neanche a decidere politiche per tamponare la crisi economica internazionale.

Ad esempio,  gonfia il capitolo della comunicazione istitituzionale e svuota quello per gli asili nido. Nulla investe su turismo ed agricoltura (proprio nulla!!!) e taglia sulle attività produttive ed il commercio. Nel contempo,  finanzia manifestazioni, spettacoli, che,  come più volte abbiamo ripetuto, vengono visti da pochi amici e parenti del politico di turno e di cui francamente faremmo volentieri a meno.

Manca una politica di sviluppo e per questo presenterò qualche emendamento,  sperando che la Maggioranza consiliare, finora sempre disattenta, provi a ragionare non in funzione dei miserrimi interessi di bottega, ma in funzione del bene della collettività.

Ad maiora

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