Vi racconto una favola…

Tutti noi eravamo convinti che la raccolta differenziata dell’immodizia avrebbe consentito alla nostra città di assumere un volto nuovo e che, quindi, come accade nelle favole, tutti saremmo vissuti felici e contenti.

Nel caso che vado a raccontare di favola si tratta, ma il finale è diverso, date le premesse. Se, infatti, si va in giro per la città, nelle varie Circoscrizioni, si assiste ancora ad un degrado ambientale evidente e incontrollato. Siamo costretti ancora a vivere in mezzo ai rifiuti.  Molti cittadini mi fermano, mi informano e  denunciano numerose situazioni di degrado ambientale. Si “sfogano” con me  ed io provo un certo disagio nel dover ammettere l’evidenza. Poichè faccio parte delle istituzioni, ma non del governo della città, ascolto e prometto di farmi carico di riportare le loro lamentele ai diretti interessati. Questi cittadini descrivono in modo puntuale, come può fare chi quella realtà la vive direttamente, vie ed angoli ricoperti di sudiciume, di cartacce, di lattine, di oggetti di ogni tipo. L’ambiente è violato, offeso. E’ una sconfitta!

E la differenziata?

Stante così la cosa, ci si chiede: come fa un cittadino a incoraggiare chi vuole venire da noi, per abitarvi o per diporto, se non può garantire una città pulita? come fa a spiegare che il concetto di ambiente e di paesaggio dalle nostre parti non è molto gettonato?

Ma dove sono gli amministratori? Battano un colpo e vadano a controllare vie ed angoli, si occupino a tempo pieno dei bisogni dei cittadini, si dedichino a progetti in grado di capovolgere il finale della favola nel seguente modo: i cittadini di Guidonia, dopo il loro intervento e la loro caparbietà nel sollecitare le istituzionioni a occuparsi del bene comune, in questo caso attraverso la salvaguardia dell’ambiente, ora vivono veramente felici e contenti. Potremo veramente sperare in un finale del  genere? Lo vorrei, ma ho paura, purtroppo,  che i componenti dell’attuale governo della città non siano in grado di dare risposte certe in tal senso, essendo molti di loro “in tutt’altre faccende affaccendati”.

Ad maiora.

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