Il PD italiano nel PSE europeo è l’epilogo già scritto di una storia sgangherata ed un po’ banale.
E’ la certificazione plastica che l’amalgama tanto evocata fra le diverse sensibilità confluite nel PD non c’è mai stata, ma che una tradizione politica (certamente nobile) ha prevaricato sulle altre.
Per me era ovvio… ciò che mi appare meno ovvio è come le aree politiche non rappresentate all’interno del PD da questa deriva non battano un colpo. Si tratta del TRADIMENTO di idee e percorsi, che imporrebbe un sussulto.
Invece no, tutto tace eccezion fatta per qualche voce isolata ed “antica”. La motivazione mi sembra quella poco lungimirante ispirata dal tentativo di preservare le sacche di potere “faticosamente” conquistate: insomma potere fine a se stesso senza convincimenti ed idealità.
A me pare che questa analisi renda molto interessante e di grande attualità il sofferto percorso in atto nell’area popolare. Un’area che magari conta ora molto poco nei Palazzi romani, ma esprime una cultura e una tradizione sociale tutt’altro che spente nel Paese.
L’interrogativo principe è capire che spazio e che strumenti politici possono avere coloro che, dicendola con Lorenzo Dellai “ non si sentono di destra (ritenendo tra l’altro che il sedimentato del berlusconismo sopravviverà a lungo allo stesso Berlusconi) e non si sentono però neppure socialisti (pur apprezzando e rispettando questa nobile tradizione politica, ma non percependola come propria)”.
Insomma come per la nascita del Governo Renzi… pur sempre una storia di TRADIMENTI.
Che questa sia la cifra stilistica del nuovo/vecchio che avanza ?!!!
Ad maiora