60 Anni della nostra Costituzione

Nel Consiglio del 18 Gennaio u.s. ho presentato un ordine del giorno relativo e concernente i sessant’anni della nostra Costituzione.
La Costituzione della Repubblica fu approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 con 453 voti favorevoli su 515 presenti e votanti (62 furono i voti contrari). Venne promulgata il 27 dicembre del 1947 con la firma di Enrico De Nicola (Capo provvisorio dello Stato), Umberto Terracini, Presidente dell’Assemblea costituente e Alcide De Gasperi, Presidente del Consiglio dei Ministri ed entrò in vigore il 1 gennaio 1948.
L’o.d.g. presentato è passato all’unanimità anche se c’è stato il tentativo dei soliti vecchi apparati di partito (sempre gli stessi!) di speculare anche su questo tema innestando temi propagandistici e fuorvianti.
Il dato interessante è invece che il voto è stato unanime e condiviso da tutte le forze politiche presenti in Consiglio.
Con questo o.d.g. abbiamo invitato “il Sindaco e la Giunta a porre in essere tutte le iniziative necessarie a celebrare la ricorrenza dei sessanta anni della promulgazione della nostra Carta costituzionale così come richiesto dalla importanza della ricorrenza medesima.”
Mi sembra un atto dovuto a sessant’anni dalla sua entrata in vigore. E’ un tempo storico sufficientemente lungo per consentirci di guardare con un certo distacco alle vicende che hanno dato origine alla fondazione della Repubblica italiana ed alla Costituzione che ne ha definito l’identità, incarnandone la sua sostanza democratica. E’ un tempo storico sufficientemente lungo per fare un primo bilancio della vitalità della nostra Carta Costituzionale, chiederci se i suoi principi ed i suoi valori sono ancora indispensabili per il nostro futuro, se la sua architettura delle istituzioni è ancora valida, oppure se genera inefficienza o altri mali, come ci annunciano quasi quotidianamente i suoi detrattori. Uno degli indici più inquietanti del contesto culturale del nostro tempo è dato dal fatto che noi viviamo confinati in un eterno presente. Qualunque sia l’argomento, il dibattito politico viene sviluppato escludendo ogni consapevolezza del passato, anche recente, e rifiutando di confrontarsi con qualunque progetto di futuro. Noi viviamo immersi nel presente, come se non avessimo un passato e come se non dovessimo preoccuparci del nostro futuro. Non c’è da meravigliarsi, quindi, se l’incultura degli attuali ceti dirigenti travalica nel senso comune e produce un diffuso analfabetismo politico di ritorno, per effetto del quale la resistenza diventa un capitolo archiviato negli scaffali della Storia, come le guerre puniche, e la Costituzione da essa generata , una mera tecnologia per l’organizzazione dei poteri pubblici, da relegare – eventualmente – nell’archeologia industriale. Invece, “noi – come ha avvertito Benedetto Croce – siamo prodotti del passato e viviamo immersi nel passato”1. Ed io aggiungo che possiamo costruire un futuro solo se manteniamo il rapporto di intelligenza morale con il passato che ci ha prodotti. Se vogliamo interrogarci sull’attualità della Costituzione, è dal passato che dobbiamo partire per capire il senso della svolta operata dall’umanità nel 1945, di cui la Costituzione italiana, costituisce un capitolo, per noi italiani certamente il capitolo piu felice.

Ad maiora

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2 risposte a “60 Anni della nostra Costituzione”

  1. In queste ultime settimane ho avuto modo di approfondire attraverso mie relazioni o l’ascolto di quelle di autorevoli personaggi il tema della Costituzione. Un ema attuale, emozionante alla base dei miei studi e della mia condotta “istituzionale”. Ci sono pagine immortali di questo pezzo di Carta che tanto ancora ha da dire e da dare a tutti noi. Pagine scolpite. Ho avuto la fortuna di interloquire per via telefonica più volte con il grande Norberto Bobbio. E nel corso di queste convesrsazioni ascoltate con l’umiltà di un piccolo allievo il grande Maestro invocava nomi quali Calamandrei. Ma soprattutto invocava la maturità delle forze politiche che dovevano sistemare le rovine di un Italia devastata dalla guerra e da un regime “sconsiderato”. E allora i valori della libertà sono penetrati nel mio sangue come una trasfusione di un plasma composto di valori per i quali si sono battuti i miei nonni e quelli di tanti altri. Oggi, siamo nelle rovine di un Paese che non riconosce più nulla. Neanche ciò che ha e non per suo merito. Io voglio continuare a respirare quest’aria di libertà senza la quale non saprei come vivere.
    un abbraccio
    ad maiora
    Antonio

  2. p.s. bellissimo questo tuo passo
    “possiamo costruire un futuro solo se manteniamo il rapporto di intelligenza morale con il passato che ci ha prodotti. Se vogliamo interrogarci sull’attualità della Costituzione, è dal passato che dobbiamo partire per capire il senso della svolta operata dall’umanità nel 1945, di cui la Costituzione italiana, costituisce un capitolo, per noi italiani certamente il capitolo piu felice”.

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